giovedì 5 maggio 2011

Ubuntu Unity: la mia personale lista dei bug più fastidiosi



L'immagine in alto, che mostra una schermata del mio desktop, spiega in maniera abbastanza eloquente il senso di "lavori in corso" che si avverte usando Unity e la nuova Ubuntu Natty. Che sia chiaro, non c'è niente di male, ogni cosa ha bisogno di essere lavorata e affinata, la sensazione è però che questa volta si sia deciso di dare in pasto alle masse un prodotto ancora non finito volutamente. Ci sono tanti piccoli aspetti del Desktop che meriterebbero di essere aggiustati e fino a che arrivano sotto le mani di persone più o meno esperte non creano grossi problemi, il guaio è che qui stiamo parlando di una major release che finirà sui computer di persone che esperte non sono.

Tornando all'immagine sopra, ciò che non va è la posizione delle icone dei file sul Desktop, esse vengono piazzate nell'area occupata dal Launcher e di conseguenza vengono nascoste per metà. Niente che renda impossibile l'uso del sistema, però da un senso di scarsissima professionalità che difficilmente riesce nell'intento di far restare su Ubuntu chi proviene da altri desktop, Windows, Mac o Linux stesso. E questo non è nemmeno il bug più fastidioso in cui mi sono imbattuto in una settimana di uso della nuova shell.

Voglio quindi stilare una sorta di classifica dei bug più gravi presenti in Unity, sempre secondo la mia esperienza. Sono gradite segnalazioni attraverso i commenti di altri bug che ritenete gravi e che quindi meritano una risoluzione urgente. Inoltre se qualcuno trova che i bug da me segnalati meritino attenzione sarebbe utile sottoscriverli su Launchpad, in modo da renderli degni di maggior attenzione.

Ecco la mia personale "Top 3":
  1. possible memory leak in compiz when using places, dashboard - Al primo posto non potevamo che trovare questo enorme memory leak, chiunque sta usando Unity, se ha tenuto minimamente sotto controllo il consumo della Ram, si è accorto che Compiz lentamente, ma neanche tanto, finisce per occupare il 100% delle risorse disponibili. Nel mio caso, in questo momento, dopo due ore e mezzo di uso normale del pc, Compiz è arrivato già a occupare i suoi 500 MiB, non male. A mio giudizio la sola presenza di un bug del genere sarebbe dovuta bastare a rinviare la presentazione al mondo di Natty.
  2. Wrong windows position on reopening - Questo simpatico bug fa sì che le finestre di alcune applicazioni, quelle che vanno nella tray ma non solo, alla loro riapertura slittino ogni volta di qualche pixel sulla destra. Ci sono quelle che non esagerano (Nautilus, Transmission) e fermano la loro corsa sul bordo destro del monitor, e ci sono quelle che invece fanno di meglio (Gwibber, Empathy) uscendo addirittura dal desktop e sfociando in quello adiacente fino a non essere più visibili. Il problema è che chi non è abituato, o addirittura non è a conoscenza, dell'esistenza di un altro desktop, potrebbe dare per defunte le suddette finestre.
  3. New file icons on desktop are hidden by launcher - Sul gradino più basso del podio c'è il problema visibile nella foto che accompagna questo post. La prima colonna di icone del desktop si posizione in un'area parzialmente coperta dal Launcher. Sono sempre cliccabili, però è abbastanza fastidioso, non fosse altro che da un punto di vista estetico. Questo bug è direttamente collegato all'italica aggiunta delle opzioni di autohide del Launcher, non si presenta infatti impostandolo in modalità sempre visibile.

Poi ce ne sarebbero altri, come ad esempio la mancanza delle funzioni di rimozione di alcuni dispositivi rimovibili, io ho notato tale mancanza con le schede SD, ma di sicuro si presenta anche con dispositivi eSATA. E voi con quali bug avete fatto a cazzotti in questi primi giorni di Unity?

martedì 12 aprile 2011

Addio Hardy Heron, la miglior Ubuntu di sempre



La notizia sta nell'annuncio da parte di Canonical della fine del supporto a Hardy Heron, dal prossimo 12 maggio infatti la seconda LTS della serie non riceverà più aggiornamenti. Inutile dire che chi ancora sta utilizzando quella versione è caldamente incoraggiato ad effettuare l'aggiornamento, magari passando alla LTS successiva, Lucid Lynx, o alla nuovissima Natty Narwhal.

Archiviate le comunicazioni tecniche vorrei spendere qualche minuto ad elogiare questa magnifica versione di Ubuntu. Non ho paura a dire che è stata la migliore di sempre, ricordo ancora che quando ho aggiornato a Intrepid Ibex l'ho fatto con la morte nel cuore, sapendo che stavo abbandonando un sistema che aveva raggiunto il suo equilibrio perfetto. L'amore per la novità però ha avuto la meglio e mi sono trovato con quella che, forse, è stata la peggiore Ubuntu di sempre per difetti e instabilità varie. Last but not least, Hardy mi ha fatto compagnia durante tutta la stesura della mia tesi di laurea.

Ricordo con grande affetto l'immagine di default scelta per il desktop, anche in questo caso a detta di molti la migliore di sempre. E poi c'era Firefox 3.0, ancora in beta, la scelta era stata criticatissima ma alla lunga aveva pagato, il browser si è dimostrato solido e non ha fatto nascere rimpianti. E poi Pulseaudio, Gnome 2.22, Linux 2.6.24, basta così, altrimenti mi commuovo. Per i più malinconici una breve recensione di Ubuntu 8.04 apparsa su queste pagine. Ciao Hardy Heron, spero presto di poter mettere le mani su un erede degno di te, ma vedo che i tempi sono bui.

lunedì 11 aprile 2011

Importare in KeePassX le password salvate in Firefox



Prima dell'avvento di internet un uomo medio al massimo doveva tenere a mente un paio di password o codici personali. Poi questo numero è cresciuto enormemente, qualsiasi sito chiede l'iscrizione per poter usufruire dei propri servizi, così ci siamo trovati a gestire gentinaia di codici di accesso, non sempre con successo. Un buon aiuto ci viene offerto dal gestore di password del browser che conserva per noi quello che ci serve e ce lo ripropone al momento opportuno. Io però non mi sono mai fidato completamente, così ad esempio non ho mai affidato a Firefox i vari codici di accesso della banca o altri che reputo più importanti rispetto alla password di Twitter.

Nel gestore di password di un browser poi in genere non vengono inserite chiavi relative a ciò che sta fuori da internet, come ad esempio pin delle sim o delle carte bancomat, questo significa che bisogna appuntare questi dati altrove. Per questo nei giorni scorsi sono tornato ad uno strumento che avevo provato tempo fa, per poi abbandonarlo per pigrizia, sto parlando di KeePassX, gestore di password adatto a chi ne deve gestire tante e tiene particolarmente alla sicurezza dei propri dati. Nato come port per Linux di KeePass, prodotto ad uso eclusivo di Windows, col tempo è diventato multipiattaforma divenendo disponibile tanto per Windows quanto per Mac OS X.

Tramite questo potente strumento possiamo creare un database in cui memorizzare tutte le nostre password, dividendole per categorie. Il tutto viene criptato con gli agloritmi AES o Twofish, conuna chiave a 256 bit. In questo modo la sicurezza è assolutamente garantita, potete stare più che tranquilli, anzi state ben attenti a conservare con cura password principale e chiave, in caso di smarrimento potete dire addio a tutte le vostre password, non c'è modo di recupare niente, e meno male, aggiungerei.

Dal momento che su Firefox avevo comunque salvato un bel po' di roba mi sono chiesto se, per aiutarmi con il lavoro, era possibile importare in KeePassX quello che avevo già nel browser. Con KeePass, quello originale, si può usare un plugin anche se qualche anno fa ci avevo provato e non mi ero trovato così bene. Con KeePassX il percorso da seguire è un po' più lungo, ma non estremamente difficile, alla fine troveremo il nostro database super sicuro popolato dalle password che prima avevamo affidato alla volpe.

sabato 9 aprile 2011

Era inevitabile: ecco Ubuntu Gnome Remix



Prima o poi doveva succedere. La decisione di Mark Shuttleworth sulla non inclusione di Gnome 3 in favore di Unity, i giudizi spesso critici sull'interfaccia sviluppata dai ragazzi di Canonical, questi elementi non potevano che portare ad una cosa: Ubuntu Gnome Remix. Niente di spettacolare, niente di rivoluzionario, semplicemente Ubuntu, come sarebbe stata senza Unity, se avesse continuato la sua naturale evoluzione al fianco di Gnome.

Le reazioni alla shell di Gnome sono state per lo più positive, certo il prodotto ha bisogno di qualche limatina, ma per essere una prima versione non è davvero male. Per questo i ragazzi del Team pr0xy hanno pensato bene di far felici una larga fetta di utenti realizzando una "nuova" distribuzione che altro non è che la tanto cara Ubuntu al gusto di Gnome. Il progetto è già su Launchpad, dove è attivo un repository per tutti quelli che volessero dare un'occhiata al lavoro fatto fino ad ora che, va specificato, è ad uno stadio ancora molto iniziale. Ad esempio non è ancora presente un fall back per chi non ha schede capaci del 3d, ma questo è comunque previsto in futuro

Nei piani degli sviluppatori c'è anche la pubblicazione di una ISO che, manco a dirlo, sarà diffusa a partire dal prossimo 28 aprile, giorno di uscita della controversa Natty. Ultimo dettaglio, non in ordine di importanza, il Team pr0xy ci tiene a specificare che questo progetto non è assolutamente slegato e non è in alcun modo sponsorizzato da Canonical, Gnome o Ubuntu, non ci sono obbiettivi commerciali né di profitto. Chi non voleva tradire Ubuntu ma allo stesso tempo godere di Gnome 3 è accontentato.

venerdì 8 aprile 2011

Unity clamorosamente a rischio, Natty potrebbe avere Gnome 2 come ambiente di default



No, non è un pesce d'aprile. Quando manca meno di un mese all'esordio della nuova versione di Ubuntu, emergono i primi dubbi sulla maturità di Unity e si sta facendo strada l'idea di utilizzare il buon vecchio Gnome 2 come ambiente di default. Se così fosse ci troveremmo sicuramente di fronte ad un fatto clamoroso, ma che tuttavia non giungerebbe inaspettato. Quando Mark Shuttleworth, in occasione dell'uscita di Maverick, aveva annunciato che Unity sarebbe stata l'interfaccia di default per Natty molti avevano storto il naso. La completa riscrittura della celebre shell, portandola da Mutter a Compiz, sembrava impossibile da completare nell'arco di sei mesi.

Poi Unity un po' alla volta è venuta su, migliorando tantissimo nel corso di questi mesi. Nonostante i tanti progressi permangono però dei dubbi sulla sua completa affidabilità: sono ancora troppi i bug che affliggono il progetto, troppi i crash che colpiscono, ad esempio, i possessori di schede video Nvidia, le impostazioni sono difficili da trovare e da usare, l'accessibilità mostra grandi carenze. Insomma un bel po' di grane non semplici da risolvere entro il 28 aprile. Anche la stessa scelta di Gnome 2 non è detto che possa essere semplice e priva di difficoltà, mettere a punto un ambiente, che fino a ieri era un semplice fallback, in così poco tempo può rivelarsi altrettanto dannoso per l'utente finale in chiave di affidabilità.

Quale sarà dunque il futuro di Ubuntu? La tanto attesa versione 11.04 si presenterà al mondo con la solita interfaccia Gnome? Sarebbe quanto meno beffardo visto i toni trionfalistici con i quali è stata presentato al mondo Gnome 3. Sarebbe forse stato meglio concentrarsi su Gnome 3, senza decidere di intraprendere una strada solitaria e ricca di insidie? E se semplicemente si decidesse di rinviare di un paio di mesi l'uscita di Natty come accadde nel 2006 con Dapper Drake che vide la luce a giugno invece che ad aprile?

Per ora sono tante le domande a cui è difficile trovare una risposta. Gli sviluppatori che stanno lavorando a Unity si sono ritrovati sicuramente una patata bollente tra le mani. I problemi evidentemente ci sono, lo dimostra il fatto che alcune semplici obiezioni abbiano scatenato il panico, tanto da pensare ad un improvviso passo indietro. La scelta più giusta è difficile da individuare, tutte nascondono potenziali insidie. Certo è che ci si poteva pensare un po' prima, mettere in discussione tutto quando si è già alla beta non è cosa saggia.

via | Phoronix

venerdì 1 aprile 2011

Rilasciato Elementary Os, piccola delusione



Ecco come si presenta Elementary Os al primo avvio da live cd, un ambiente pulito e ordinato. Fa bella mostra di sé Docky con impostati tutti i vari programmi che dovrebbero essere il punto forte di questa derivata di Ubuntu. Si nota quindi la presenza del browser Midori, del client di posta Postler, della rubrica Dexter e del dizionario Purple (si chiama così?). Per quanto riguarda l'editor di testo e il foglio elettronico a Libreoffice sono stati preferiti Abiword e Gnumeric.

Queste credo siano le quattro cose interessanti che si possono dire su Elementary Os. Per il resto nulla di nuovo, nulla che non avessimo già provato su Ubuntu. Il tema è pulito e elegante, a me non piace, ma non si può dire che non sia ben fatto. Il pannello superiore come si vede è scuro, novità introdotta non molto tempo fa, ed è un classicissimo pannello di Gnome, per le novità bisognerà aspettare le prossime release.

Devo dire che dopo il rilascio di questa prima versione, Jupiter è il suo nome in codice, permangono le mie perplessità in merito al progetto. Le novità reali sono davvero piccole e di poco conto, mettere insieme una serie di programmi non basta a guadagnare l'appellativo di sistema operativo. Va elogiato lo sforzo fatto per semplificare Nautilus, così come per scrivere da zero Postler e il resto, ma anche in questo caso il risultato appare abbastanza dilettantesco.

Le mie parole in fondo sono aria fritta, Elementary Os da oggi può essere provato da tutti i curiosi. Basta andare sul sito ufficiale del progetto e da lì, via torrent, scaricare la iso (per i più pigri ecco il link al file torrent). Per chi avesse preordinato il cd ci sarà da aspettare ancora un po' per la consegna, il team di Elementary Os ha fatto sapere di essere in ritardo poiché non si aspettavano tante prenotazioni, non disperate comunque, presto vi arriverà il pacchettino a casa.

mercoledì 30 marzo 2011

Elementary OS, il countdown è quasi arrivato alla fine



Nell'attesa della versione definitiva di Gnome 3.0, siamo alla seconda Release Candidate, e di Ubuntu 11.04, con tutte le novità di interfaccia che si porteranno dietro, dopodomani potremo gustarci la prima versione del tanto chiacchierato Elementary Os, nome in codice Jupiter. Sull'home page del progetto campeggia un grosso conto alla rovescia che ci informa che quando in Italia saranno circa le due di notte si potrà scaricare la tanto attesa iso.

Il progetto si propone si semplificare il desktop, obbiettivo che gode di una scelta di tempo invidiabile nel momento in cui stanno per venire alla luce spettacolari shell di ogni sorta. Il particolare momento storico potrebbe contribuire al successo di questa distribuzione, che sul campo se la dovrà vedere con Mint, entrambi infatti hanno ripudiato, in qualche modo, le direzioni prese da Gnome e Ubuntu. Soltanto il tempo ci dirà se la loro si sarà rivelata una scelta azzeccata.

Partito dai mockup di Dan Rabbit e dalle successive modifiche all'interfaccia di storici applicativi come Nautilus, piano piano si è arrivati alla definizione di un vero e proprio sistema operativo o distribuzione, che dir si voglia. Sono nati così programmi ad hoc come la rubrica Dexter e il client di posta Postler, allo stesso tempo sono stati inglobati altri progetti di successo come il browser Midori, la dockbar Docky e il visualizzatore di anteprime Gloobus. Dall'unione di tutta questa bella roba ha preso vita Elementary OS, il tutto presentato con i lustrini del tema e delle icone Elementary.

Come dice la parola stessa, l'obbiettivo del progetto è quello di creare un ambiente desktop che sia pulito e piacevole all'occhio. Il risultato non è male, anche se personalmente non sono riuscito a tenere il loro tema per più di trenta secondi, il problema forse è l'ispirazione troppo smaccatamente Cupertiniana. In poche parole, sembra quasi di trovarci di fronte ad un clone di Mac Os X, quasi a dire "vorrei ma non posso, allora mi accontento di un Acer con Linux che scimmiotta il Mac".

Tolta questa considerazione il lavoro di questi ragazzi merita sicuramente un plauso, il restyling fatto a Nautilus è notevole e dispiace che non sia di default su altre disribuzioni, Shuttleworth lo liquidò addirittura come qualcosa di poco diverso da un semplice hack. Comunque, fra poco più di ventiquattro ore Elementary OS sarà realtà, sarà provato, scandagliato e analizzato, e di sicuro le considerazioni che verrano fuori saranno sicuramente più utili e sensate di queste che non sono altro che dei pensieri a briglia sciolta in una fresca primaverile mattinata di fine marzo.

mercoledì 2 marzo 2011

Gnome 3 rivoluziona le finestre, eliminati i bottoni di minimizzazione e massimizzazione




Sicuramente quello che accade intorno a Ubuntu fa discutere molto di più, sarà che Shuttleworth è stato bravo a sviluppare molto hype intorno alla sua creatura, sarà quel che sarà. Ad esempio in questi giorni uno degli argomenti da bar più in voga, almeno nei bar che frequento io, riguardava la questione della spartizione dei danari tra Canonical e i ragazzi di Banshee. Si è detto tanto, si è deciso altrettanto, si è tornati indietro e poi si è riandati avanti. Tutto questo con un bel sottofondo di polemiche, giudizi da esperti, a conclusione, non poteva mancare, è arrivato anche il post di Mark medesimo che ha ammesso gli errori commessi, ma tant'è si va avanti e il 75% è nostro.

L'anno scorso di questi tempi invece l'argomento di discussione principe delle nostre serate era di sicuro il posizionamento dei bottoni di Ubuntu, li mettiamo a destra, a sinistra o nel mezzo, e in che ordine li mettiamo, ma poi non sarà che ci dicono che vogliamo copiare il Mac e aria fritta di questo genere. I bottoni sono andati a sinistra e non so quanti si sono presi la briga di riportarli al loro posto, che poi in fin dei conti almeno io mi ci trovo anche bene con la nuova disposizione.

Bene, è che Ubuntu c'ha l'hype e un po' anche quell'accrocchio di applicazioni tanto carine ma incomplete che si presentano sotto il nome comune di Elementary Os, anche loro ce l'hanno e allora parliamone. In compenso i mai abbastanza ringraziati tipi che sgobbano su Gnome stanno discutendo, anzi ormai la decisione è bella che presa, di una cosa rivoluzionaria: quei nerd brufolosi e senza hype hanno deciso di cancellare per sempre dalle nostre, anzi dalle loro che noi c'abbiamo Unity, i bottoni di minimizzazione e massimizzazione. Già mi immagino il parapiglia che ne sarebbe venuto fuori se questa idea fosse nata in testa allo Shuttleworth, invece quelli di Gnome sono allegramente snobbati, la cosa è rimasta confinata ad un paio di interventi in mailing list e a qualche post su qualche blog sicuramente per niente figo.

martedì 1 marzo 2011

Blog nuovo, vita nuova?



Oggi non avendo niente di meglio da fare ho deciso di provare a dare una svolta a questo blog. In questi ultimi tempi non c'è stata molta attività, poca la voglia, poche le idee, soltanto la ferma intenzione di non voler essere uno di quelli che ricopia le solite cose trite e ritrite su decine di spazi simili a questo. Così mi sono messo a dare un'occhiata a Blogspot/Blogger, più volte mi ci ero avvicinato, ma mai alla fine mi ero deciso ad usarlo, preferendo di solito soluzioni esotiche come l'ormai ex blog su Onsugar oppure strade più classiche, leggi Wordpress.

Ecco quindi che dopo aver gironzolato qua e là ho deciso che potevo dargli e darmi un'opportunità, la piattaforma è molto versatile e decisamente mi piace, forse anche di più di quanto mi sarei aspettato. Ho importato tutta la roba dal vecchio spazio e ho ridato, o almeno provato a ridare, vita a questa mia piccola paginetta di divagazioni in salsa open. Vediamo che ne esce fuori, vediamo se torna la voglia di tornare a scrivere in maniera più regolare. Il nuovo indirizzo non c'è neanche bisogno di scriverlo, lo vedete nella barra.

Per il momento è tutto, soltanto due note tecniche:
  • il vecchio blog esiste ancora, ma c'è un redirect che punta al nuovo (ve ne sarete accorti se avete cliccato sull'unico link di questo post), non sarà una soluzione elegante ma chi se ne frega
  • quei pochi che mi seguivano via feed rss non devono preoccuparsi di aggiornare un bel niente, dal momento che l'indirizzo dei feed resta lo stesso, grande invenzione Feedburner
  • tutti i vecchi commenti, alcuni erano anche utili, non ci sono più, non mi è riuscito di importarli, d'altra parte venivo da una piattaforma che conoscevo solo io
Basta così, spero a presto.

venerdì 18 febbraio 2011

La proposta indecente di Canonical a quelli di Banshee è davvero così indecente?




In questi giorni si è fatto un gran parlare (qui e qui due interessanti discussioni sul tema) della questione diplomatica nata tra Canonical/Ubuntu e gli sviluppatori di Banshee. In poche parole il celebre lettore multimediale scritto in Mono e sponsorizzato da Novell è stato scelto come predefinito per la prossima release di Ubuntu, scalzando così lo storico Rhythmbox, (ora non entro nel merito di questa decisione, personalmente uso Banshee da tempo e lo ritengo superiore a Rhythmbox, ma capisco anche chi si affida ad altro, che sia per questioni etiche o per questioni di gusto). Questa scelta si è portata dietro un problema di natura politica: Banshee supporta lo store di Amazon attraverso un estensione, i ricavi dell'affiliazione vengono girati in toto alla Gnome Foundation, si parla di circa 10 mila dollari all'anno. Canonical, dal canto suo, ha tutto l'interesse nel pubblicizzare il suo di store, cioè quello collegato a Ubuntu One che altro non è che una finestra su 7digital. Come risolvere questo conflitto di interessi?

Quelli di Ubuntu hanno contattato quelli di Banshee e gli hanno fatto una proposta molto controversa: se lasciamo attiva l'estensione di Amazon, a danno del nostro Ubuntu One, vogliamo il 75% dei ricavi, altrimenti potete tenervi tutto il cucuzzaro ma di default si parte con Ubuntu One. Apparentemente sembra quasi un approccio mafioso, da strozzini, in fondo quei poveri ragazzi girano tutto a Gnome, in fondo Novell, che pure ha sponsorizzato questa applicazione, non ha mai chiesto un centesimo dall'affiliazione di Amazon, in fondo quelli di Canonical sono proprio dei cattivoni. Non c'è dubbio che l'offerta vista così com'è è inaccettabile, diverso sarebbe stato se ad esempio la richiesta fosse stata inferiore, che so, del 25%. Inutile dire che quelli di Banshee hanno scelto la seconda opzione, Amazon Store disattivato di default ma con la possibilità di attivarlo con un click e 100% dei ricavi, che continueranno ad andare alla Gnome Foundation.

Ma secondo me è importante fare due considerazioni. La prima, con Banshee che diventa di default e quindi arriva a tantissimi nuovi utenti, siamo sicuri che quel 25% offerto non avrebbe garantito più del 100% di un'estensione non attiva e che chissà quanti attiveranno? Resta il fatto che Canonical ha davvero preteso troppo, ma secondo me questo è dovuto al fatto che volevano di fatto obbligare a scegliere la seconda opzione. La seconda, ma siamo davvero sicuri che quelli di Ubunti siano così affamati di soldi? Intendo dire, per prima cosa è un loro diritto voler privilegiare il loro store, sul quale hanno investito soldi veri, piuttosto che quello di Amazon. Su Ubuntu One si punta molto e non solo su Linux (Windows, Android...), è una delle fonti di finanziamento della distribuzione o almeno dovrebbe esserlo secondo i piani. Ma soprattutto non avrebbero potuto disattivare Amazon in favore di Ubuntu One senza neanche chiedere il permesso? Una distribuzione può essere impacchettata come meglio si crede, magari decidendo di non includere neanche alcune cose nell'installazione standard, non credo ci siano cavilli e licenze che impongano a Canonical di fornire Banshee o altro "as it is".

Alla luce di questo credo che il coro di indignazione nei confronti di Canonical che da molte parti si è sollevato sia leggermente esagerato e fuori luogo. Si tratta della solita tendenza degli utenti e addetti ai lavori di Linux a rendere questioni di stato delle decisioni legittime di chi lavora su un prodotto. Ubuntu sta facendo molto per questo sistema operativo e per questo ecosistema, ha tutto il diritto di scegliere in piena autonomia le sue politiche. Il fatto che abbia posto la questione ai ragazzi di Banshee è stato anche un segno di correttezza, a prescindere dall'entità di tale proposta che ognuno può valutare come vuole. E poi il bello di Linux e dintorni è la liberta di scelta, se qualcosa non vi piace nessuno vi vieta di cambiare lidi, il mondo lì fuori è pieno di alternative e nessuno si offende se qualcuno decide di salpare altrove.