martedì 16 dicembre 2008

Alla fine arrivò: rilasciata Linux Mint Felicia



Alla fine, nonostante tempi di attesa più lunghi del previsto, Clement Lefebvre e i suoi compagni hanno rilasciato la versione stabile di Felicia, la sesta puntata di Linux Mint. Delle specifiche varie ne ho già parlato a lungo in passato, rispetto alla RC1 non ci sono novità sostanziali quindi il consiglio è di leggere la recensione se volete saperne di più. Per quanto riguarda questa release sono state messe a disposizione due versioni: la classica con Live Cd e la versione Universal su Live DVD.

Questa seconda versione consiste in un'immagine di 1,2 giga e in più comprende una moltitudine di lingue oltre all'inglese che è, ovviamente, quella standard. Inoltre non vengono installati di default i vari pacchetti con restrizioni tipo quelli con driver closed o quelli per i formati multimediali, insomma come Ubuntu. La cosa buona è però la presenza di un comoda voce extra nel menu chiamata "Sound & Video" che con una semplice mossa installa tutto il necessario per ascoltare musica, vedere film in DVD e godere dei filmini sporchi su Internet.

 

 

Non c'è nient'altro da aggiungere. Provatela, divertitevi e se vi va di condividere le vostre impressioni fatelo pure con i commenti, ne sarò ben lieto.

sabato 6 dicembre 2008

Risolviamo il problema della finestra extra di nautilus-gksu e impariamo ad applicare le patch ai pacchetti



 

Qualche tempo fa ho scritto di come aggiungere una comoda voce al menu contestuale di Nautilus che permette di aprire file e cartelle con i diritti di amministratore, se vi foste persi quell'articolo potete andarlo a recuperare qui. In ogni caso il pacchetto nautilus-gksu ha un piccolo problemino che si presenta con Nautilus e con altre applicazioni com Fileroller, nel caso del file manager per esempio se vogliamo aprire una cartella oltre alla cartella desiderata di aprirà sempre con diritti di amministratore anche la Home.

Ora per carità, non che sia la fine del mondo questa cosa ma nell'uso quotidiano risulta essere particolarmente fastidiosa, non a caso il bug è stato segnalato e è stata anche proposta una patch che funziona benissimo (LP: #252633) ma che non è stata ancora applicata nel pacchetto presente nei repository ufficiali. Quindi quale occasione migliore per correggere un problema e allo stesso tempo imparare ad applicare una patch ad un pacchetto? Questa operazione è molto comune se vi capita di andare in giro per launchpad alla ricerca di una soluzione a qualche fastidioso bug. Ora non è che vi mostrerò come si scopre la luna, le istruzioni che sto per dare sono molto banali e comuni ma, come ho detto altre volte, questo spazio mi serve anche per tenere nota delle cose che faccio per riutilizzarle quando mi servono.

Possiamo quindi cominciare, sono due le operazioni preliminari importanti: prima di tutto abilitate nel vostro sources.list i repository con i file sorgente, la stessa operazione la potete farlo aprendo Sorgenti Software che sta sotto Sistema/Amministrazione; come seconda cosa createvi un po' dove vi pare una cartella con un nome qualsiasi, io ho creato la cartella nautilus-gksu nella Home.

 

 

Installiamo ora gli strumenti che ci serviranno per fare tutti i lavoretti, si apre il terminale e si lavora da lì che è più rapido. Quindi per prima cosa usiamo questo comando

sudo apt-get install build-essential fakeroot devscripts

 

Portiamoci ora nella cartella che abbiamo creato precedentemente (nautilus-gksu per esempio)

cd nautilus-gksu

 

Scarichiamo ora la patch che è stata postata nella pagina di segnalazione del bug

wget http://launchpadlibrarian.net/16363176/libnautilus-gksu.c.patch

 

Ora ci tocca scaricare i file sorgente del pacchetto che vogliamo andare a modificare

apt-get source nautilus-gksu

 

Ora bisogna installare le librerie che ci serviranno per ricompilare dai file sorgente

sudo apt-get build-dep nautilus-gksu

 

Siamo quasi pronti ad applicare la patch, prima però dobbiamo recarci nella cartella dove si trova il file che vogliamo cambiare, nel nostro caso abbiamo bisogno della cartella nautilus-gksu che è una sottodirectory di gksu-2.0.0, tutta questa roba la trovate all'interno della cartella creata precedentemente ed è stata creata quando sono stati scaricati i sorgente

cd gksu-2.0.0/nautilus-gksu

 

Applichiamo ora la patch stando bene attenti a inserire senza errori il percorso del file patch che abbiamo scaricato

patch -p1 < /home/NOMEUTENTE/nautilus-gksu/libnautilus-gksu.c.patch

 

Non resta altro da fare se non ricostruire il pacchetto per averne una versione patchata e senza il fastidioso bug, prima di fare questo tornate alla cartella superiore e cioè gksu-2.0.0, dopodiché continuate con questo comando

debuild -uc -us

 

 

Se non avete fatto cazzate fino ad ora tutto andrà nel migliore dei modi e il risultato sarà quello di ottenere un bel pacchetto .deb da installare con un semplice doppio clic oppure se ci avete preso la mano con il terminale con sudo dpkg -i NOMEPACCHETTO avendo l'accortezza di tornare alla cartella superiore, quella che avete creato all'inizio. Questa è tutta la procedura, lunghetta ma utile per imparare un po' di cose oltre che per risolvere il bug in questione, ora però arriva il momento della finezza, una cosa utile ma non fondamentale che però fa figo. Il pacchetto che abbiamo creato in pratica ha lo stesso nome e lo stesso numero di versione di quello disponibile sui repository, questo fa si che il gestore aggiornamenti ci segnali la presenza di un'altra versione e ci intimerà di installarla, possiamo non farlo ma avremo sempre la maledetta icona nella tray. Ci sono due soluzioni per ovviare a questo o si blocca il pacchetto alla versione installata oppure al momento di creare la nostra versione patchata far sì di costruire un pacchetto con una versione superiore. La prima strada la si può percorrere da Synaptic (a me non funziona) o da linea di comando (a me funziona) in questo modo:

sudo dpkg --set-selections
nautilus-gksu hold
CTRL-D

 

Per sbloccarlo di nuovo seguite la stessa procedura e scrivete install al posto di hold. La seconda strada è più figa e in fondo in fondo anche più facile. In pratica prima di eseguire il comando debuild ma dopo esservi portati nella cartella gksu-2.0.0 digitate

dch -i

 

Vi si proporrà la scelta di un editor di testo, scegliete il numero 3, nano, e vi si aprirà il file debian/changelog già opportunamente modificato con l'aggiunta delle righe per l'avanzamento di versione, nel nostro caso uscirà qualcosa di questo tipo

gksu (2.0.0-5ubuntu4) jaunty; urgency=low

*

-- NOMEUTENTE Sat, 06 Dec 2008 17:15:05 +0100

gksu (2.0.0-5ubuntu3) hardy-proposed; urgency=low

* debian/patches/20_move_to_extensions-2.0.patch,
debian/rules:
- Move libnautilus-gksu.so to the new extensions dir in Nautilus
(LP: #201462)

 

Salvate con CTRL-O e uscite con CTRL-X, quindi potete fare finalmente debuild -uc -us.

In questo modo otterrete un pacchetto più nuovo di quello presente nei repository e non vi verrà segnalato come aggiornabile. Come ultima abbiate la decenza di pulire un po' dopo il casino che avete fatto cancellando la cartella nautilus-gksu e tutto il suo contenuto e dando un bel sudo apt-get autoremove fakeroot build-essential devscripts per disinstallare tutta la roba che vi è servita per la compilazione.
Buone cose.

lunedì 1 dicembre 2008

Linux Mint, una distribuzione cresciuta sulle spalle di Ubuntu



Tre settimane fa è stata rilasciata la prima release candidate di Linux Mint 6, nome in codice Felicia. Questa distribuzione è derivata da Ubuntu dalla quale si distingue per alcuni piccoli accorgimenti. Il fatto che derivi dalla creazione di Canonical le offre l'indiscutibile vantaggio di poter sfruttare i suoi completi e sempre aggiornati repository, il team di Mint poi pensa a lavorare per rendere l'eperienza dell'utente sempre più semplice e confortevole cercando di proporre un prodotto ben funzionante e allo stesso tempo molto catchy da un punto di vista estetico. All'inizio il progetto era nato per offrire una distribuzione che oltre a quanto già offriva Ubuntu avesse installati di default tutti quei pacchetti non free che alla fine ogni utente finisce per installare. Col tempo però Linux Mint è diventata qualcosa di più e adesso offre un bel po' di features aggiuntive.

Giusto per citarne alcune: un gestore di pacchetti alternativo, un menu d'avvio nuovo molto funzionale, un gestore degli aggiornamenti che tiene traccia di tutti i cambiamenti della macchina, un uploader con supporto ftp, uno strumento di parental control, un firewall di semplice configurazione e tanto altro. A tutto questo viene abbinata un'interfaccia molto elegante e davvero piacevole con il verde come colore predominante per il desktop e il tema delle icone, mentre è l'azzurro a farla da padrone nella decorazione delle finestre. Ma senza fare troppe chiacchiere andiamo a toccare con mano questa distribuzione dal suo avvio da LiveCD fino alla sua installazione e al suo utilizzo.

 

 

Installazione

Il processo di instalazione è del tutto simile a quello di Ubuntu. Si fa partire il LiveCD, non c'è niente da scegliere, niente lingua e niente modalità, tutto è automatico. Una volta avviatosi il sistema operativo ci troviamo di fronte un bel desktop nero con le classiche icone: la cartella Home, quella Computer e il collegamento per il processo di installazione. Ad una rapida occhiata possiamo vedere che in maniera predefinita carica il gestore di note Tomboy e il pratico GnomeDo. Per il resto Linux Mint si installa in maniera identica ad Ubuntu, i famosi sette passi. C'è da dire che io ho scelto la versione con Gnome che è quella ufficiale, ma la vivace community rilascia anche versioni con KDE, Xfce e Fluxbox, di solito sono disponibili qualche settimana dopo. Per l'installazione sono consigliati 512MB di ram anche se con 256 il processo dovrebbe andare a buon fine uguale, il sistema gira tranquillamente con 256.

Il desktop del LiveCD


Avvio e prima esecuzione

Il bootloader come al solito è Grub ma in questo caso la schermata di scelta è stata abbellita con uno sfondo. Una volta avviatasi Linux Mint occupa circa 150MB di ram. Questa realease monta il kernel 2.6.27, Gnome 2.24 e Xorg 7.4. Prima di poter usufruire del nostro sistema l'installazione ci propone uno strument, mintAssistant, che ci permette di impostare un paio di ozpioni. prima di tutto ci offre l'opportunità di settare una password di root nella tradizione Linux e in seguito ci suggerisce di attivare Fortune un simpatico modo per leggere delle frasi spiritose ad ogni avvio del terminale.


MintAssistant


Rispetto ad Ubuntu troviamo una sola barra in basso sulla quale compaiono il menu e i collegamenti per il Desktop e per Tomboy. Nella tray invece oltre agli oggetti abituali troviamo l'icona di GnomeDo e un lucchetto che ci avvisa dello stato del sistema, se ci sono aggiornamenti o meno in pratica.
La prima grande novità la troviamo nel menu, il mintMenu per l'appunto. E' molto più ricco di quello standard di Gnome, ricorda molto quello di OpenSuse ma, a mio avviso, è molto più funzionale. In pratica presenta tutte le voci di un menu classico in una sola schermata con le applicazioni che compaiono al passaggio del mouse sulle varie categorie. E' possibile aggiungere dei collegamenti preferiti, basta trascinare le voci sulla voce dedicata "Favorites". E' presente anche una stringa di ricerca che funziona sullo stile di quella del menu di Windows Vista.

Il MintMenu

Gli strumenti esclusivi di Linux Mint

Il team di questa distribuzione prende spunto da Ubuntu e si concentre in seguito per fornire ai propri utenti degli strumenti per migliorare l'usabilità. E' il caso del tema "LinuxMint" e della vasta scelta di sfondi per il Desktop. Ma il loro lavoro non si ferma all'aspetto grafico, vengono forniti anche degli strumenti aggiuntivi, alcuni dei quali molto interessanti.

L'ampia selezione di sfondi proposti, tutti rigorosamente alla menta

mintDesktop. Si tratta di una pratica interfaccia per impostare una serie di preferenze come ad esempio le icone presenti sulla scrivania (Cestino, Rete, Computer...), il comportamento di Nautilus e altre cazzatelle come la scelta delle presenza o meno dello splashscreen per alcune applicazioni come OpenOffice e Gimp. Niente di esaltante insomma, ma comodo per chi magari nemmeno sa dell'esistenza di Gconf Editor.
mintUpdate. Questo strumento provvede a gestire gli aggiornamenti. Linux Mint usa i repository di Ubuntu più uno suo di testing chiamato Romeo e ha attivato di default anche quello di Medibuntu. Questo gestore segnala gli aggiornamenti in base ad un livello di importanza. Al livello 1 appartengono gli aggiornamenti provenienti da Romeo, mentre al livello 2 e 3 appartengono aggiornamenti dai repository di Ubuntu. Nei livelli 4 e 5 infine vanno a finire aggiornamenti definiti meno sicuri o comunque non testati direttamente dal team. MintUpdate tiene inoltre conto di tutti gli aggiornamenti installati grazie ad una funzione di cronologia.

Il gestore di aggiornamenti mintUpdate

mintBackup. Una comoda utility per fare un rapido backup della Home. Offre la possibilità di escludere dei percorsi e di decidere se archiviare anche le cartelle nascoste. Anche in questo caso niente di trascendentale ma uno strumento comunque utile per non riccorere a strumenti esterni come grsync o al potente strumento da linea di comando rsync.

Backup facile con mintBackup

mintNanny. Un semplice strumento per il controllo parentale attraverso il quale si possono scegliere dei domini da escludere per la sicurezza nella navigazione.

mintNanny

mintInstall. In Linux Mint è presente Synaptic ma al suo fianco c'è anche questo strumento davvero ben fatto. mintInstall si sincronizza con un server dal quale scarica una lista di applicazioni corredata da rating e screenshot. Gli sviluppatori di Mint si augurano che anche altri repository in futuro possano adottare questo loro formato. Lo strumento è leggermente più lento rispetto a Synaptic soprattutto nella sincronizzazione con il server remoto, ma quanto le liste sono state scaricate è davvero di piacevole utilizzo, molto comoda la presenza delle anteprime sempre utili quando si vuole avere un'idea di cosa si andrà ad installare.


mintInstall, un evoluzione di Synaptic

Altre cose sparse

Le novità non finiscono qua e girovagando per bene se ne trovano di altre come ad esempio la presenza di una comoda applicazione per installare i driver windows per le wireless, si tratta insomma di un interfaccia in Gtk a ndiswrapper.
Sono stati implementati anche dei nuovi comandi, delle scorciatoie a comandi esistenti ma che possono risultare utili ad un neofita. In particolare potremo usare apt content nomepacchetto, una scorciatoia per dpkg -L, che restituisce il contenuto del pacchetto in questione. C'è poi apt contains /path/nomefile, scorciatoia di dpkg -S, che ci dice in che pacchetto è contenuto un determinato file. Infine c'è search, un comodo tool di ricerca che coniuga insieme vari strumenti esistenti, per il suo uso leggere il post sul blog di Linux Mint. Segnaliamo infine mintUpload un tool che faceva da interfaccia per caricare file sui server pubblici di Linux Mint o per gli account a pagamento mintSpace, con questa nuova versione è possibile usare anche un qualsiasi servizio FTP.

 

 

Programmi presenti di default

Bene o male il parco software di questa distribuzione è molto simile a quello di Ubuntu Intrepid Ibex, così troviamo OpenOffice alla versione 2.4 ma con Base incluso e Gimp 2.6. Non è presente Evolution che viene sostituito da Thunderbird e di default troviamo inoltre il client IRC xChat. Per i file torrent c'è Transmission ed è inoltre presente Giver, un programma che permette di inviare con il semplice drag-and-drop file ad altri computer presenti nella stessa rete. Infine da segnalare la presenza di Gufw e Flegita, il primo è un firewall facile facile da configurare e il secondo è uno strumento per l'acquisizione di immagini da uno scanner che sostituisce l'abituale xSane.

Impressioni finali

Questa distribuzione si presenta molto bene e nonostante sia partita come una copia di Ubuntu con l'aggiunta dei pacchetti non free, col tempo è riuscita a conquistarsi uno spazio tutto suo e a guadagnare un gran numero di estimatori. Le ragioni per preferirla alla mamma di casa Canonical non sono molte per chi ha un minimo di esperienza con Linux ma per un neofita alcune funzionalità potrebbero essere davvero importanti, ad esempio ndisgtk è una gran comodità. Da un punto di vista prettamente grafico l'aspetto di Linux Mint è molto gradevole e forse supera anche la sorella maggiore, ma si sa è solo questione di gusto.
Potete scaricare la RC1 di questa Linux Mint Felicia da questa pagina, però a giorni dovrebbe uscire la versione definitva quindi magari uno può anche aspettare la sua uscita. Alla stessa pagina del download potrete trovare i collegamenti per le note di rilascio e le novità della versione. Giusto a titolo informativo l'attuale versione stabile, la 5, si chiama Elyssa. Se desiderate le versioni con altri desktop ci sarà da aspettare un pochino, ma non tantissimo. Qui infine trovate la vivace community italiana.
Se qualcuno trova utile questa lunga e stancante prova e me lo fa spaere ne sarò felice.