martedì 12 aprile 2011

Addio Hardy Heron, la miglior Ubuntu di sempre



La notizia sta nell'annuncio da parte di Canonical della fine del supporto a Hardy Heron, dal prossimo 12 maggio infatti la seconda LTS della serie non riceverà più aggiornamenti. Inutile dire che chi ancora sta utilizzando quella versione è caldamente incoraggiato ad effettuare l'aggiornamento, magari passando alla LTS successiva, Lucid Lynx, o alla nuovissima Natty Narwhal.

Archiviate le comunicazioni tecniche vorrei spendere qualche minuto ad elogiare questa magnifica versione di Ubuntu. Non ho paura a dire che è stata la migliore di sempre, ricordo ancora che quando ho aggiornato a Intrepid Ibex l'ho fatto con la morte nel cuore, sapendo che stavo abbandonando un sistema che aveva raggiunto il suo equilibrio perfetto. L'amore per la novità però ha avuto la meglio e mi sono trovato con quella che, forse, è stata la peggiore Ubuntu di sempre per difetti e instabilità varie. Last but not least, Hardy mi ha fatto compagnia durante tutta la stesura della mia tesi di laurea.

Ricordo con grande affetto l'immagine di default scelta per il desktop, anche in questo caso a detta di molti la migliore di sempre. E poi c'era Firefox 3.0, ancora in beta, la scelta era stata criticatissima ma alla lunga aveva pagato, il browser si è dimostrato solido e non ha fatto nascere rimpianti. E poi Pulseaudio, Gnome 2.22, Linux 2.6.24, basta così, altrimenti mi commuovo. Per i più malinconici una breve recensione di Ubuntu 8.04 apparsa su queste pagine. Ciao Hardy Heron, spero presto di poter mettere le mani su un erede degno di te, ma vedo che i tempi sono bui.

lunedì 11 aprile 2011

Importare in KeePassX le password salvate in Firefox



Prima dell'avvento di internet un uomo medio al massimo doveva tenere a mente un paio di password o codici personali. Poi questo numero è cresciuto enormemente, qualsiasi sito chiede l'iscrizione per poter usufruire dei propri servizi, così ci siamo trovati a gestire gentinaia di codici di accesso, non sempre con successo. Un buon aiuto ci viene offerto dal gestore di password del browser che conserva per noi quello che ci serve e ce lo ripropone al momento opportuno. Io però non mi sono mai fidato completamente, così ad esempio non ho mai affidato a Firefox i vari codici di accesso della banca o altri che reputo più importanti rispetto alla password di Twitter.

Nel gestore di password di un browser poi in genere non vengono inserite chiavi relative a ciò che sta fuori da internet, come ad esempio pin delle sim o delle carte bancomat, questo significa che bisogna appuntare questi dati altrove. Per questo nei giorni scorsi sono tornato ad uno strumento che avevo provato tempo fa, per poi abbandonarlo per pigrizia, sto parlando di KeePassX, gestore di password adatto a chi ne deve gestire tante e tiene particolarmente alla sicurezza dei propri dati. Nato come port per Linux di KeePass, prodotto ad uso eclusivo di Windows, col tempo è diventato multipiattaforma divenendo disponibile tanto per Windows quanto per Mac OS X.

Tramite questo potente strumento possiamo creare un database in cui memorizzare tutte le nostre password, dividendole per categorie. Il tutto viene criptato con gli agloritmi AES o Twofish, conuna chiave a 256 bit. In questo modo la sicurezza è assolutamente garantita, potete stare più che tranquilli, anzi state ben attenti a conservare con cura password principale e chiave, in caso di smarrimento potete dire addio a tutte le vostre password, non c'è modo di recupare niente, e meno male, aggiungerei.

Dal momento che su Firefox avevo comunque salvato un bel po' di roba mi sono chiesto se, per aiutarmi con il lavoro, era possibile importare in KeePassX quello che avevo già nel browser. Con KeePass, quello originale, si può usare un plugin anche se qualche anno fa ci avevo provato e non mi ero trovato così bene. Con KeePassX il percorso da seguire è un po' più lungo, ma non estremamente difficile, alla fine troveremo il nostro database super sicuro popolato dalle password che prima avevamo affidato alla volpe.

sabato 9 aprile 2011

Era inevitabile: ecco Ubuntu Gnome Remix



Prima o poi doveva succedere. La decisione di Mark Shuttleworth sulla non inclusione di Gnome 3 in favore di Unity, i giudizi spesso critici sull'interfaccia sviluppata dai ragazzi di Canonical, questi elementi non potevano che portare ad una cosa: Ubuntu Gnome Remix. Niente di spettacolare, niente di rivoluzionario, semplicemente Ubuntu, come sarebbe stata senza Unity, se avesse continuato la sua naturale evoluzione al fianco di Gnome.

Le reazioni alla shell di Gnome sono state per lo più positive, certo il prodotto ha bisogno di qualche limatina, ma per essere una prima versione non è davvero male. Per questo i ragazzi del Team pr0xy hanno pensato bene di far felici una larga fetta di utenti realizzando una "nuova" distribuzione che altro non è che la tanto cara Ubuntu al gusto di Gnome. Il progetto è già su Launchpad, dove è attivo un repository per tutti quelli che volessero dare un'occhiata al lavoro fatto fino ad ora che, va specificato, è ad uno stadio ancora molto iniziale. Ad esempio non è ancora presente un fall back per chi non ha schede capaci del 3d, ma questo è comunque previsto in futuro

Nei piani degli sviluppatori c'è anche la pubblicazione di una ISO che, manco a dirlo, sarà diffusa a partire dal prossimo 28 aprile, giorno di uscita della controversa Natty. Ultimo dettaglio, non in ordine di importanza, il Team pr0xy ci tiene a specificare che questo progetto non è assolutamente slegato e non è in alcun modo sponsorizzato da Canonical, Gnome o Ubuntu, non ci sono obbiettivi commerciali né di profitto. Chi non voleva tradire Ubuntu ma allo stesso tempo godere di Gnome 3 è accontentato.

venerdì 8 aprile 2011

Unity clamorosamente a rischio, Natty potrebbe avere Gnome 2 come ambiente di default



No, non è un pesce d'aprile. Quando manca meno di un mese all'esordio della nuova versione di Ubuntu, emergono i primi dubbi sulla maturità di Unity e si sta facendo strada l'idea di utilizzare il buon vecchio Gnome 2 come ambiente di default. Se così fosse ci troveremmo sicuramente di fronte ad un fatto clamoroso, ma che tuttavia non giungerebbe inaspettato. Quando Mark Shuttleworth, in occasione dell'uscita di Maverick, aveva annunciato che Unity sarebbe stata l'interfaccia di default per Natty molti avevano storto il naso. La completa riscrittura della celebre shell, portandola da Mutter a Compiz, sembrava impossibile da completare nell'arco di sei mesi.

Poi Unity un po' alla volta è venuta su, migliorando tantissimo nel corso di questi mesi. Nonostante i tanti progressi permangono però dei dubbi sulla sua completa affidabilità: sono ancora troppi i bug che affliggono il progetto, troppi i crash che colpiscono, ad esempio, i possessori di schede video Nvidia, le impostazioni sono difficili da trovare e da usare, l'accessibilità mostra grandi carenze. Insomma un bel po' di grane non semplici da risolvere entro il 28 aprile. Anche la stessa scelta di Gnome 2 non è detto che possa essere semplice e priva di difficoltà, mettere a punto un ambiente, che fino a ieri era un semplice fallback, in così poco tempo può rivelarsi altrettanto dannoso per l'utente finale in chiave di affidabilità.

Quale sarà dunque il futuro di Ubuntu? La tanto attesa versione 11.04 si presenterà al mondo con la solita interfaccia Gnome? Sarebbe quanto meno beffardo visto i toni trionfalistici con i quali è stata presentato al mondo Gnome 3. Sarebbe forse stato meglio concentrarsi su Gnome 3, senza decidere di intraprendere una strada solitaria e ricca di insidie? E se semplicemente si decidesse di rinviare di un paio di mesi l'uscita di Natty come accadde nel 2006 con Dapper Drake che vide la luce a giugno invece che ad aprile?

Per ora sono tante le domande a cui è difficile trovare una risposta. Gli sviluppatori che stanno lavorando a Unity si sono ritrovati sicuramente una patata bollente tra le mani. I problemi evidentemente ci sono, lo dimostra il fatto che alcune semplici obiezioni abbiano scatenato il panico, tanto da pensare ad un improvviso passo indietro. La scelta più giusta è difficile da individuare, tutte nascondono potenziali insidie. Certo è che ci si poteva pensare un po' prima, mettere in discussione tutto quando si è già alla beta non è cosa saggia.

via | Phoronix

venerdì 1 aprile 2011

Rilasciato Elementary Os, piccola delusione



Ecco come si presenta Elementary Os al primo avvio da live cd, un ambiente pulito e ordinato. Fa bella mostra di sé Docky con impostati tutti i vari programmi che dovrebbero essere il punto forte di questa derivata di Ubuntu. Si nota quindi la presenza del browser Midori, del client di posta Postler, della rubrica Dexter e del dizionario Purple (si chiama così?). Per quanto riguarda l'editor di testo e il foglio elettronico a Libreoffice sono stati preferiti Abiword e Gnumeric.

Queste credo siano le quattro cose interessanti che si possono dire su Elementary Os. Per il resto nulla di nuovo, nulla che non avessimo già provato su Ubuntu. Il tema è pulito e elegante, a me non piace, ma non si può dire che non sia ben fatto. Il pannello superiore come si vede è scuro, novità introdotta non molto tempo fa, ed è un classicissimo pannello di Gnome, per le novità bisognerà aspettare le prossime release.

Devo dire che dopo il rilascio di questa prima versione, Jupiter è il suo nome in codice, permangono le mie perplessità in merito al progetto. Le novità reali sono davvero piccole e di poco conto, mettere insieme una serie di programmi non basta a guadagnare l'appellativo di sistema operativo. Va elogiato lo sforzo fatto per semplificare Nautilus, così come per scrivere da zero Postler e il resto, ma anche in questo caso il risultato appare abbastanza dilettantesco.

Le mie parole in fondo sono aria fritta, Elementary Os da oggi può essere provato da tutti i curiosi. Basta andare sul sito ufficiale del progetto e da lì, via torrent, scaricare la iso (per i più pigri ecco il link al file torrent). Per chi avesse preordinato il cd ci sarà da aspettare ancora un po' per la consegna, il team di Elementary Os ha fatto sapere di essere in ritardo poiché non si aspettavano tante prenotazioni, non disperate comunque, presto vi arriverà il pacchettino a casa.