lunedì 22 marzo 2010

Accattatevill'! Apre Ubuntu One Music Store, la beta pubblica è pronta per essere messa alla prova.



Ce lo dice anche la simpatica pagina che non serve a niente se non a segnalare se è aperto il benedetto Music Store di Ubuntu. Bene, lo è. Ora i grandi esperti di usabilità e design in giro per la rete possono divertirsi a girovagare sul negozio virtuale e a mettere alla prova il sistema. Vi serve avere Lucid, a meno che non ci sia il modo di integrarlo anche in Karmic, non lo so, dal momento che nemmeno uso Rhythmbox.

Qui c'è la pagina con l'annuncio e le istruzioni per divertirvi nel beta testing, qui i bug aperti fino a questo momento.

P.S.: Un utente (David D Lowe) ha segnalato la presenza di Ubuntu One Music Store, così com'è, con questo nome, come un bug. È molto interessante leggere la risposta pacata e ragionevole di Mark Shuttleworth, a proposito della democrazia di cui tanto si è parlato in questi giorni.

martedì 16 marzo 2010

Lo spostamento a sinistra dei bottoni in Lucid preannuncia cambiamenti futuri: che accadrà nella 10.10?



Questo bug è la superstar dei bug, almeno in questo momento, di Ubuntu. Riguarda la controversa decisione del posizionamento dei bottoni in Lucid, che come tutti ormai sappiamo sarà a sinistra, alla faccia di chi dice che ormai il mondo sta svoltando a destra. La maggior parte degli utenti non hanno approvato questa decisione, così come non hanno capito il motivo di mescolare i suddetti bottoni oltre che spostarli, solo una piccola parte ha pensato che in fondo chi se ne frega.

Senonché quando si parla di un bug superstar non si può prescindere dall'intervento nel suddetto bug di Mark Shuttleworth in questione, il capo ha voluto dire la sua per provare a dirimere questa complicata controversia e tra le righe si è lasciato andare ad una considerazione futura, che riguarda appunto la versione di Ubuntu che come tutti sappiamo si chiamerà Mike Myers:

"Moving everything to the left opens up the space on the right nicely, and I would like to experiment in 10.10 with some innovative options there. It's much easier to do that if we make this change now."

Che cosa avrà mai voluto dire il nostro esploratore della galassia preferito? Chi lo può dire. A me è venuta una semplicissima idea, provando a indovinare quale altra caratteristica di MacOs può fare da musa ispiratrice, pensando allo spazio vuoto a destra e al fatto che tutta la barra in alto con i nuovi temi si presta al drag and drop. In poche parole è questa, poi sicuramente sbaglierò, ma insomma tant'è:

 

 

 

 

venerdì 5 marzo 2010

Come far scoppiare Gnome!



Quello che ammiriamo nell'immagine qui sopra è una bella schermata del desktop Gnome 2.28, quello di serie su Karmic per intenderci. Oggi giochicchiavo appunto con esso, le solite cose che si fanno quando si vuole provare a personalizzare un po' il proprio ambiente, si aggiungono pannelli, applet e altre amenità assortite. Mentre facevo queste normali attività ho fatto una mossa fatale che ha mandato in stallo il mio sistema al punto tale che neanche dopo un riavvio della macchina era più in grado di essere ripristinato. Se qualcuno è interessato a provare per sfizio un simile danno non gli resta che seguire i due passaggi che per comodità chiameremo "come far scoppiare gnome in tre semplici mosse".

  1. Il pannello superiore lo abbiamo tutti grosso modo, però se non avete un pannello inferiore createlo, ci serve.
  2. Una volta creato il pannello inferiore andiamo di bottone destro e andiamo a modificare le di lui preferenze.
  3. Tutto quello che c'è da fare è impostare come attiva l'impostazione di nascondimento automatico e cambiare la posizione del pannello da bottom a top.



Ecco fatto, con queste semplici azioni l'intero DE si blocca, non basta riavviare l'ambiente grafico né tutto il computer. Il danno è fatto, nemmeno la modalità failsafe di Gnome aiuta. L'unico modo per aggiustare le cose è quello di ripristinare la posizione in basso andando a modificare direttamente gconf senza accedere alla modalità grafica, oppure con un live cd. Carino no?

Da quello che ho potuto sperimentare in Lucid, e quindi con quello che sarà Gnome 2.30, questo problema non si presenta, anche se comunque un'impostazione di questo tipo non funziona ottimalmente: la barra non scompare, semplicemente scivola sopra il panello superiore. Magari questo problema si presenta solo sotto determinate configurazioni, tipo la mia. Se provate, fatemi sapere.

Per ripristinare tutto e tornare a far funzionare Gnome, nella schermata di Login selezionate xterm invece di Gnome e poi andate a modificare gconf dando questo comando

nano .gconf/apps/panel/toplevels/panel_0/%gconf.xml


e sostituendo nel file alla parolina top la parolina bottom.

giovedì 4 febbraio 2010

Homosapien a dieta -> Homosapien-thin && Elementary umanizzato -> Orangeary



Visto che il lavoro su Lucid procede con decisione in questi giorni stanno letteralmente piovendo le proposte per temi, sfondi e altro. Tra tutte queste proposte ha avuto sicuramente un certo successo Homosapien. Ora incuriosito l'ho provato e devo dire che non è male, l'unico problema è che segue la tendenza di tutti i temi proposti per Lucid e cioè che la barra del titolo è altissima, è grassa. Non so perché stia succedendo questa cosa, so solo che a me piace lo spessore di Human di Karmic che poi sono i classici 24 pixel. Detto fatto, ho messo a dieta l'Homosapien e ho confermato il mio sospetto, mi piacciono di più le barre dei titoli magroline e anche questo tema (che poi non è un tema vero e proprio ma giusto un bordo), secondo il mio gusto rende meglio. Qui sotto un'immagine per confrontare l'aspetto delle finestre prima e dopo, piccolo scalino in mostra.

Se vi ho convinto potete scaricare la versione dimagrita da qui.

 

 

Un altro tema che di questi tempi sta riscuotendo molto successo è Elementary, anche conosciuto eGTK, qui in tutto il suo splendore e qui trovate il ppa. I creatori dovrebbero essere gli stessi che hano disegnato il set di icone di Karmic, le Humanity per intenderci. Questo tema è molto carino, leggero alla vista ed elegante, ma a mio modo di vedere ha due difetti. Il tema di icone azzurro che si chiama sempre Elementary non mi piace, io preferisco l'arancione; inoltre con tutto quell'azzurro e con i bottoni della finestra multicolore mi sa tanto, troppo, di scopiazzatura di Mac OS X. Allora uno dice: cambia il set di icone e non scocciare. Si peccato che però poi si vede che non ci azzecca una cippa, bisogna togliere l'azzurro anche dalla tonalità dei vari colori del tema e sostituirlo con l'arancione. Tornando invece ai bottoni delle finestre, mi possono anche piacere i pallini, ma preferisco un più sobrio grigiolino al rosso/giallo/verde da semaforo. Quindi ecco fatto, Elementary mi è diventato Orangeary e questo è il risultato.

Ora se anche a voi aggrada di più questa versione ve la potete scaricare da qua.

 

 

Arriva il momento delle avvertenze. Queste modifiche le ho fatte io per il mio desktop quindi non è che mi sono andato a preoccupare di cambiare e verificare copyright. Non me ne frega niente anche perché non voglio diventare un famoso designer. Se volete usare qualcosa fatelo. Altro punto importante, non voglio diventare designer né tanto meno lo sono già, quindi inutile che dite tutto ciò fa schifo, o che poteva essere fatto meglio e bla bla. Ripeto l'ho fatto per me e l'ho condiviso per amore.

P.S.: È ufficiale Onsugar fa schifo e se ne infischia delle splendide trapsarenze dei miei png, ma ormai sono qui e chi se ne frega.

lunedì 25 gennaio 2010

Ubuntu Lucid: F-Spot di default come viewer/editor? Uno sguardo agli sfidanti e un simpatico sondaggio.



La notizia dell'esclusione di The Gimp dal pacchetto di programmi di default della prossima release di Ubuntu è ormai notizia vecchia, vi basta cercare "gimp ubuntu" su un qualsiasi motore di ricerca per provare quanto questa decisione abbia fatto discutere. Io sono di quelli che si schierano dalla parte del capo, sebbene The Gimp sarà una delle prime cose che installerò, trovo sensato non includerlo di base. Il software è troppo potente per chi ha solo la necessità di togliere gli occhi rossi prima di mettere le foto su facebook, meglio fornire all'utente medio un programmino semplice semplice, con funzionalità di editing di base e lasciare poi a lui la scelta se installare qualcosa di più avanzato.

A questo punto la domanda successiva riguarda appunto l'erede di questo benedetto The Gimp. Per ora la scelta è caduta su F-Spot. Prescindendo da Mono, non mi interessano le guerre di religione, io trovo che questa applicazione non sia la scelta adeguata. Più volte ho provato ad utilizzarla, seguendo la mia indole generosa nei confronti dei gusti di Gnome o Canical, tutte le volte sono tornato alle vecchie abitudini, disinstallandolo senza pietà. Lo trovo poco stabile, per niente intuitivo nell'interfaccia, insomma non mi piace. Non è neanche una questione di linguaggio con cui è scritto, uso con soddisfazione Tomboy, Banshee e Gnome-Do, quindi figuriamoci se mi faceva schifo aggiungere a questa lista qualcosa in più: è che proprio non mi piace.

Per il momento sembra lui il candidato favorito ma gli sviluppatori non hanno ancora chiuso definitivamente le porte agli altri contendenti. Nel blueprint relativo alle applicazioni di default  di Lucid fanno capolino altri tre nomi, anche se per il momento la discussione relativa alla loro possibile inclusione è stata rimandata. I tre baldi sfidanti sono, in rigoroso ordine alfabetico gThumb, Shotwell e Solang. Potrebbero esserci anche altre alternative che vi invito a suggerire,ad esempio non ho incluso Picasa poiché la sua versione pinguino si basa su Wine. Ora però diamo una rapidissima occhiata a questi tre programmi.

gThumb

Sviluppato in C dall'italiano Paolo Bacchilega, è il mio viewer, organizer, browser e quant'altro preferito. È da sempre nei repository ufficiali, attualmente presente nella versione 2.10.11. Attenzione però in cantiere c'è la versione 2.11 che promette benissimo, tutto è stato riscritto da zero e le migliorie sono infinite e sotto gli occhi di tutti. Per rendervi conto delle differenze potete dare uno sguardo a questo post pubblicato su omg! ubuntu!. Per il momento non ci sono pacchetti belli e pronti, quindi se qualcuno volesse provarla (la nuova versione) si deve armare di buona volontà e compilarla a manina. gThumb offre buone funzionalità a livello organizzativo, è possibile creare collezioni o semplicemente navigare tra le cartelle, le capacità di editing non sono affatto ridotte, anzi, ovviamente è presente anche la funzionalità di importazione dalle fotocamere digitali.

Sito ufficiale

Shotwell

Programma comparso da poco sulla scena, da quando la prima sconsciuta Yorba di San Francisco ha presentato la sua creatura al mondo. La società ha l'obiettivo di rendere l'uso di Linux semplice quanto Mac e Windows e sta lavorando anche ad un editor video (Lombard) e ad un editor audio multitraccia (Fillmore), tutti i software sono scritti in Vala. L'interfaccia di Shotwell è molto piacevole, anche qui presenti buone funzionalità di editing e la possibilità di importare immagini dalle fotocamere. L'organizer è basato su un database in cui noi possiamo decidere quali cartelle importare, non è possibile navigare semplicemente nel nostro file system, è possibile utilizzare Shotwell anche come semplice viewer in sostituzione di Eye of Gnome. Giunto alla versione 0.4.3, non è presente nei repository ufficiali Ubuntu, è però disponibile un comodo repository ppa su Launchpad che potete aggiungere alle vostre fonti.

Sito ufficiale

Solang

Ecco l'ultimo concorrente. Solang è in pratica una riscrittura in C++ di F-Spot, un po' com'è successo con Tomboy e Gnote. Se non vi dispiace F-Spot ma odiate Mono allora questa potrebbe essere la vostra scelta preferita. Le funzioni sono grosso modo le stesse dei due precedenti sfidanti, in comune con Shotwell ha il fatto di basarsi anche lui su un database. Almeno nella mia esperienza personale, per il momento quest'ultimo pecca di instabilità, d'altra parte è normale, è un progetto molto giovane ben lungi dall'essere ad uno stato di sviluppo maturo. Anch'esso è presente nei repository ufficiali nella versione 0.3.

Sito ufficiale

Bene, non resta altro che provare questi tre bei programmini e poi magari manifestare un voto di preferenza nel sondaggio. Se per caso qualcuno dovesse scegliere la voce "Altro", i commenti possono essere utili per specificare quale alternativa.

Quale dovrebbe essere il gestore di immagini predefinito di Ubuntu Lucid?

  • Sono daccordo, F-spot è la scelta giusta (8 votes)
  • gThumb (26 votes)
  • Shotwell (4 votes)
  • Solang (1 vote)
  • Altro (2 votes)

sabato 23 gennaio 2010

Don't feed the pigeons!



Questo è un brevissimo post di servizio. Siccome in questi giorni mi sono rimesso a perdere un po' di tempo dietro a questo coso mi sono accorto che sono stato un fesso. Avevo creato tutto l'ambaradan per il feed rss con Feedburner solo che mi ero dimenticato di sostituire il link di Feedburner a quello normale che offre Onsugar.
Di conseguenza oggi mi sono messo e l'ho fatto. Ora pregherei chi mi legge attraverso il feed rss di aggiornare la sottoscrizione con il nuovo link. Non dovrebbe essere una transizione lunghissima visto che secondo Google Reader soltanto 18 persone hanno sottoscritto il mio feed. Mi farebbe comodo però se questi pochi cristi passassero a Feedburner in modo da poter gestire meglio la cosa, soprattutto se in futuro dovessi cambiare tutto compreso la piattaforma.
Se poi uno si scoccia di cambiare non fa niente, tanto il vecchio ovviamente funziona, sarebbe giusto un gesto cortese nei miei confronti. Se poi per l'occasione qualcuno vuole anche palesarsi come lettoreviafeed attraverso i commenti mi farebbe piacere anche quello.

Comunque bando alle ciance, questo è il nuovo indirizzo, ovviamente lo trovate anche cliccando sul bottone nella prima colonna a destra oppure nella barra degli indirizzi del browser:

http://feeds.feedburner.com/skalkainprogress

Grazie per l'eventuale adesione a questo appello e passate un buon sabato pomeriggio, evitando se possibile il Nescafé.

venerdì 22 gennaio 2010

Gnome-Shell sotto esame, tre modi per provare il futuro dello gnomo



Dopo aver provato Zeitgeist e Gnome Activity Journal, come promesso è arrivato il momento di dare uno sguardo a Gnome-Shell, la rivoluzionaria idea di Desktop che stanno partorendo gli operosi sviluppatori di Gnome. Il suo rilascio ufficiale è previsto per settembre 2010 quando vedrà la luce la nuova versione 2.32 (o sarà la 3.0?) del desktop con il piedone. Come promesso in un post precedente vi illustro tre modi per installare Gnome-Shell e poter quindi toccare con mano lo stato d'avanzamento dei lavori.

Sulla pagina ufficiale dedicata al progetto sono illustrate le procedure per compilare l'ultima versione disponibile e restare così sempre aggiornati sulle ultime novità. Le istruzioni sono abbastanza chiare, tutto ciò che bisogna fare è scaricare uno script ed eseguirlo, poi basta seguire le istruzioni. Tutto semplice ma ci sono un paio di problemini, il primo è rappresentato dall'impossibilità di installare il pacchetto jhbuild che è stato rimosso dai repository di Karmic. Per fortuna possiamo recuperarlo altrove, su questa guida viene suggerito di scaricare la versione per Jaunty, personalmente però con tale versione ho avuto problemi, in pratica mi dava errore durante la fase di compilazione di Mutter. Ho risolto scaricandone una versione più aggiornata dai repository di Debian Sid, lo trovate qui. Nell'esecuzione dello script ufficiale potreste ricevere un avviso relativo alla cartella ~/bin, niente paura per risolvere vi basterà dare questo comando dal Terminale:

export PATH=$PATH:/home/nomeutente/bin

Bene, per il resto potete seguire integralmente le istruzioni ufficiali, per aggiornare di tanto in tanto basta ripetere questi passaggi. Ma giustamente non tutti hanno voglia di perdere tempo a compilare, per fortuna per i più pigri c'è la via breve tramite repository e Synaptic.

 

 

Per chi proprio non vuole sbattersi per niente la soluzione più rapida è quella della versione ufficiale presente nei repository di Karmic. Non è aggiornatissima e mancano un bel po' di migliorie presenti nelle ultime versioni, ma funziona più che bene e per fare qualche giro di prova è più che sufficiente. Chi invece ama stare al passo coi tempi deve invece ringraziare il buon Rico Tzschichholz aka ricotz che ogni quattro o cinque giorni si prende la briga di creare dei pacchetti aggiornati. Per aggiungere il suo repository su Karmic, autenticarlo e aggiornare la lista dei pacchetti vi basta digitare dal terminale:

sudo add-apt-repository ppa:ricotz/testing && sudo apt-get update

Ora, che abbiate scelto la versione ufficiale di Karmic o quella preparata con cura da ricotz, non dovete far altro che installare il pacchetto gnome-shell da Synaptic o da terminale:

sudo apt-get install gnome-shell

Per lanciare la vostra nuova Gnome-Shell fiammante non dovete far altro che dare questo comando:

gnome-shell --replace

 

Tutto qui, divertitevi e quando avete finito non dovete far altro che sparare un CTRL+C per fermarne l'esecuzione nel terminale, il vecchio Metacity tornerà a riempire il vostro desktop. Piccolo appunto, pare che sia meglio disattivare gli effetti Compiz prima di lanciare Gnome-Shell. Recensioni non ne servono, scoprite da soli tutte le sue meraviglie, funziona quasi tutto, manca l'icona di notifica dei messaggi (indicator-applet, la bustina vicina all'orologio) ma se non la usate neanche ve ne accorgete.
In questa pagina trovate alcuni trucchetti e scorciatoie molto utili, fine delle trasmissioni.

giovedì 21 gennaio 2010

Gnome Activity Journal e Zeitgeist comodamente a casa vostra da ppa



Per seguire gli sviluppi di Zeitgeist e Gnome Activity Journal adesso abbiamo a disposizione anche un comodo ppa, niente più Bazaar dunque, ora non ci sono più scuse che reggano per non provarlo almeno per un attimo. Per comodità ecco i tre semplici comandi, per questo bell'aggiornamento ringrazio omg! ubuntu!.

sudo add-apt-repository  ppa:zeitgeist/ppa
sudo apt-get update
sudo apt-get install zeitgeist gnome-activity-journal

Se non siete su karmic dovrete aggiungere il repository nella maniera tradizionale, queste sono le due righe da aggiungere nel file sources.list:

deb http://ppa.launchpad.net/zeitgeist/ppa/ubuntu versionediubuntu main
deb http://ppa.launchpad.net/zeitgeist/ppa/ubuntu versionediubuntu main

Ovviamente "versionediubuntu" lo sostituite con la vostra versione, ma sono cose che non si devono nemmeno dire. Non dimenticate di autenticare il repository, immagino che questa pagina possa servire, e lavatevi bene le mani.

mercoledì 20 gennaio 2010

Finalmente Gnome Activity Journal è tra noi!



Dopo tanto parlare di Zeitgeist finalmente possiamo metterci le mani anche noi comuni mortali. È stata infatti rilasciata la prima versione di Gnome Activity Journal (lo vedete far bella mostra di sé in questa magnifica foto da me scattata), l'activity browser che ci permette di sfogliare il nostro pc in base a quello che facciamo quotidianamente. Prima impressione: figo. Seconda impressione: nella vita di tutti i giorni ne avrò davvero bisogno? Vedremo.

Intanto se anche voi volete provarlo la prima cosa che dovete fare è scaricarlo da qui. Scompattate il contenuto dell'archivio dove vi pare, nella Home va più che bene, vi ritroverete così la cartella gnome-activity-journal-0.3.2. Ora abbiamo detto che questo simpatico aggeggio poggia sul noto Zeitgeist, il servizio che si occupa di farsi i fatti nostri e di far sgamare anche i momenti di intimità davanti al computer. Per averlo avete bisogno di Bazaar, se non lo avete potete installare il pacchetto bzr da Synaptic, altrimenti da terminale potete dare

sudo apt-get install bzr

Dopodiché prendete Zeitgeist:

bzr get lp:zeitgeist

Ora tutto è pronto per dare il via alle danze, se siete rimasti buonini nella vostra Home avrete due cartelline nuove gnome-activity-journal-0.3.2 e zeitgeist. Vi bastano allora altri due semplici comandi:

./zeitgeist/zeitgeist-daemon.py
./gnome-activity-journal-0.3.2/gnome-activity-journal

Ora siete liberi di divertirvi con il vostro nuovo giochino, il tutto senza nemmeno aver sporcato tanto, diciamo anche niente visto che vi basta cancellare le due cartelle e tutto torna come prima. Le istruzioni che ho dato erano semplicemente quelle del file README presente all'interno dell'archivio di gnome-activity-journal, le ho riportato per completezza e per dare una mano ai pigri come me.

Quanto resta da vivere a Compiz?



La bozza di questa riflessione l'avevo salvata qualche giorno fa, poi è successo che da qui, riflettendo riflettendo, sono passato a mettermi a fare delle prove, con il risultato che ho provato intensamente l'arcinota Gnome-Shell. Da queste prove è nata un'altra bozza nella quale proverò a darvi qualche dritta per farci un giro senza sbattersi più di tanto, ma questo dopo o comunque in futuro, ora è tempo di tornare al titolo di questo post.
Proprio quella domanda circolava nella mia testa qualche giorno fa quando, in piena esaltazione zen minimalista, usavo il mio computer con Metacity (a proposito molto interessante il blog "ufficiale" degli sviluppatori) al posto di Compiz per la prima volta da non so quanto tempo. Questo cambiamento è stato dettato da un problema cronico che mi afflige per il quale ho un sacco di difficoltà con alcuni tipi di file in alcune circostanze. In particolare Compiz (+ la mia odiata scheda video nvidia) ha problemi di redrawing con file pdf (con Evince ma non con il Reader di Adobe), con gedit e Openoffice, problemi, credetemi, molto fastidiosi; qui se ne parla un po', qui e qui sono aperti dei bug.

In passato risolvevo la cosa andando di Fusion Icon, quando mi serviva caricavo Metacity per poi tornare a Compiz a lavoro finito. Non proprio divertente ma era una soluzione. Qualche giorno fa sono andato sul canale IRC italiano di Ubuntu per provare a risolvere il problema insieme a qualcuno di buona volontà, dopo tante supposizioni e prove non siamo riusciti a cavare un ragno dal buco. Il consiglio di molti è stato quello di passare a Metacity dal momento che Compiz è solo merda. Nulla da eccepire, anche in passato ho riflettuto su questo e cioè sulla non insostituibilità di Compiz, c'è anche un post in cui analizzo le alternative possibili e scoprii con piacere di non essere l'unico ad avere questo tipo di pensieri in testa, l'amico Neffscape completò le mie riflessioni con un lungo commentoe con un post. Così alla fine, pensa e rimugina, ho staccato la spina a Compiz e uso Metacity con gioia e amore ricambiato dal pc che può godere di temperatue molto più continentali.

La storia potrebbe finire qui ma non ho risposto alla domanda. O meglio se mi fermassi ora la risposta alla domanda parrebbe essere che Metacity con il compositing attivato può sostituire degnamente Compiz. Per quello che mi riguarda anche sì, ma è chiaro che ci saranno molte persone che invece non riusciranno a rinunciare a quelle trasparenze vedo/non vedo e ad alcuni plugin che anche hanno la loro indubbia utilità (come al solito mi riferisco a Scale e al Wobbling ;)). La mia domanda successiva alla ventilata scomparsa di Compiz è stata quella relativa al futuro di Metacity, mi sono chiesto se il progetto camminava o no. Così mi sono imbattuto in Mutter, di cui avevo sempre letto ma mai approfondito, il windows manager che sarà alla base di Gnome-Shell che come dicono gli stessi sviluppatori altro non è che Metacity + le librerie Clutter che poggiano su openGL, insomma una sorta di Metacity 3.

 

 

A questo punto mi sono ricordato di tutti bei video che circolavano su Gnome-Shell e ho deciso di installarla per vedere lo stato dei lavori. Sono rimasto piacevolmente stupito, ma di questo parleremo poi, in particolare però quello che più mi ha colpito è stata l'eleganza e il giusto bilanciamento tra sobrietà ed effetti grafici offerto da Mutter. Le animazioni di chiusura, apertura e minimizzazione delle finestre sono piacevoli e non eccessivamente "rumorose", le trasparenze sono usate con intelligenza e parsimonia, insomma il risultato è che Gnome-Shell è un ambiente, mi ripeto, elegante e piacevole da usare. Ma non ci interessa, non ora almeno.

Il passaggio successivo è stato quello di usare Mutter come windows manager all'interno del mio normalissimo Gnome 2.28.1. Avendo già installato tutto per Gnome-Shell la procedura è stata semplicissima, mi è bastato dare un mutter --replace da Terminale per rimpiazzare Metacity. Risultato? Il buon Mutter è risultato abbastanza maturo anche in questo caso, l'ambiente desktop si è rivelato piacevole da usare, in termini di prestazioni le animazioni e tutto il resto sono più che accettabili, se il progetto non è ancora maturo poco ci manca. Per settembre prossimo, quando è in programma l'uscita di Gnome 2.32 o meglio Gnome 3.0, sicuramente questo wm sarà più che pronto al debutto. Se volete fare qualche prova con una versione non all'ultimo grido sappiate che Mutter lo trovate anche in Synaptic.

 

 

Conclusioni? Finito il tempo in cui ci siamo divertiti a far girare i nostri cubi a velocità impressionante sotto gli occhi vogliosi di donne che non aspettavano altro che saltarci addosso quando il cubosi sarebbe finalmente fermato, la domanda che sorge spontanea è: con l'avvento di Gnome 3 chi sentirà più il bisogno di Compiz? Cosa ci resterà da dire al nostro amato Compiz? Arrivederci, è stato bello ma ormai non funziona più, ho bisogno di nuovi stimoli, il nostro rapporto ha perso la freschezza dei primi tempi? Forse sì, forse invece quelli che la pensano come me sono in pochi. Mi piacerebbe sentire l'opinione degli utenti KDE e del loro rapporto con Compiz, KWin e via dicendo, io purtroppo KDE lo conosco solo superficialmente e su macchina virtuale senza uno straccio d'effetto.
Vediamo un po' se riusciamo a far venire fuori un bel dibattito.

Nel prossimo post vi racconterò la mia esperienza con Gnome-Shell con tanto di tre metodi per provarla, se ne trovano tante in giro di guide ma le esprienze fatte in questi giorni possono risultare utili, soprattutto per chi intende compilare, ovviamente non mancherà le strade per i più pigri per i quali basteranno tre comandi da terminale o addirittura uno solo per i pigri senza speranza.
Nel frattempo colgo l'occasione per dare il ben tornato al buon pollycoke che ha ricomprato anche lo storico pollycoke.org, è anche grazie all'entusiasmo dettato dal suo ritorno se mi sono messo a scrivere questo papiello.