venerdì 18 febbraio 2011

La proposta indecente di Canonical a quelli di Banshee è davvero così indecente?




In questi giorni si è fatto un gran parlare (qui e qui due interessanti discussioni sul tema) della questione diplomatica nata tra Canonical/Ubuntu e gli sviluppatori di Banshee. In poche parole il celebre lettore multimediale scritto in Mono e sponsorizzato da Novell è stato scelto come predefinito per la prossima release di Ubuntu, scalzando così lo storico Rhythmbox, (ora non entro nel merito di questa decisione, personalmente uso Banshee da tempo e lo ritengo superiore a Rhythmbox, ma capisco anche chi si affida ad altro, che sia per questioni etiche o per questioni di gusto). Questa scelta si è portata dietro un problema di natura politica: Banshee supporta lo store di Amazon attraverso un estensione, i ricavi dell'affiliazione vengono girati in toto alla Gnome Foundation, si parla di circa 10 mila dollari all'anno. Canonical, dal canto suo, ha tutto l'interesse nel pubblicizzare il suo di store, cioè quello collegato a Ubuntu One che altro non è che una finestra su 7digital. Come risolvere questo conflitto di interessi?

Quelli di Ubuntu hanno contattato quelli di Banshee e gli hanno fatto una proposta molto controversa: se lasciamo attiva l'estensione di Amazon, a danno del nostro Ubuntu One, vogliamo il 75% dei ricavi, altrimenti potete tenervi tutto il cucuzzaro ma di default si parte con Ubuntu One. Apparentemente sembra quasi un approccio mafioso, da strozzini, in fondo quei poveri ragazzi girano tutto a Gnome, in fondo Novell, che pure ha sponsorizzato questa applicazione, non ha mai chiesto un centesimo dall'affiliazione di Amazon, in fondo quelli di Canonical sono proprio dei cattivoni. Non c'è dubbio che l'offerta vista così com'è è inaccettabile, diverso sarebbe stato se ad esempio la richiesta fosse stata inferiore, che so, del 25%. Inutile dire che quelli di Banshee hanno scelto la seconda opzione, Amazon Store disattivato di default ma con la possibilità di attivarlo con un click e 100% dei ricavi, che continueranno ad andare alla Gnome Foundation.

Ma secondo me è importante fare due considerazioni. La prima, con Banshee che diventa di default e quindi arriva a tantissimi nuovi utenti, siamo sicuri che quel 25% offerto non avrebbe garantito più del 100% di un'estensione non attiva e che chissà quanti attiveranno? Resta il fatto che Canonical ha davvero preteso troppo, ma secondo me questo è dovuto al fatto che volevano di fatto obbligare a scegliere la seconda opzione. La seconda, ma siamo davvero sicuri che quelli di Ubunti siano così affamati di soldi? Intendo dire, per prima cosa è un loro diritto voler privilegiare il loro store, sul quale hanno investito soldi veri, piuttosto che quello di Amazon. Su Ubuntu One si punta molto e non solo su Linux (Windows, Android...), è una delle fonti di finanziamento della distribuzione o almeno dovrebbe esserlo secondo i piani. Ma soprattutto non avrebbero potuto disattivare Amazon in favore di Ubuntu One senza neanche chiedere il permesso? Una distribuzione può essere impacchettata come meglio si crede, magari decidendo di non includere neanche alcune cose nell'installazione standard, non credo ci siano cavilli e licenze che impongano a Canonical di fornire Banshee o altro "as it is".

Alla luce di questo credo che il coro di indignazione nei confronti di Canonical che da molte parti si è sollevato sia leggermente esagerato e fuori luogo. Si tratta della solita tendenza degli utenti e addetti ai lavori di Linux a rendere questioni di stato delle decisioni legittime di chi lavora su un prodotto. Ubuntu sta facendo molto per questo sistema operativo e per questo ecosistema, ha tutto il diritto di scegliere in piena autonomia le sue politiche. Il fatto che abbia posto la questione ai ragazzi di Banshee è stato anche un segno di correttezza, a prescindere dall'entità di tale proposta che ognuno può valutare come vuole. E poi il bello di Linux e dintorni è la liberta di scelta, se qualcosa non vi piace nessuno vi vieta di cambiare lidi, il mondo lì fuori è pieno di alternative e nessuno si offende se qualcuno decide di salpare altrove.

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